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pontearcobaleno

L’ultimo miao

Margherita

Un mio pensiero dedicato a tutti i miao sul Ponte…

Ti scorgo da lontano attraverso quella finestra dove saltavo per trovare la libertà, ed i tuoi occhi lucidi cercano una figura felina che non si avvicina. Ti sembra di vedermi ovunque e di sentirmi miagolare. Sul vetro c’è ancora l’impronta del mio musetto umido ed i miei peli fanno bella mostra sul divano. Mi hai regalato la miglior vita possibile, la libertà e la sicurezza di una ciotola sempre piena ed una calda cuccia. Hai coperto tante volte con  una mano amorevole il mio corpicino e tanto abbiamo giocato e ti ho fatta ammattire… credo di averti regalato tanti sorrisi e simpatia. La mia libertà mi ha reso felice anche se tu ora soffri ti dico grazie e struscio ancora il mio corpo sulla tua gamba. Non pianger più compagna della mia vita. Un giorno quando non te lo aspetterai più ci rivedremo e rotoleremo insieme felici… se non sarà qui sarà da un’altra parte ma sentirai di nuovo la canzone delle mie fusa ed io potrò di nuovo sentirmi sicuro tra le tue braccia e le tue coccole delicate. Non guardare più la finestra vuota, di me riempi ancora il tuo cuore, mi hai donato un grande amore e ti voglio lasciare il miao più bello per ridarti un sorriso che illumini altri occhietti felini che avranno la fortuna di viverti.

 

Amélie

Di solito non metto cose tristi sullo spaces, preferisco strappare un sorriso con un video divertente ma …

 
Amelie
Amélie era una gattina nera, socievole, giocherellona ed adorata dalla sua compagna di vita che abitava con lei ed altri gatti. Un giorno l’umana notò che Amélie era triste e non mangiava…si rese conto che era stata avvelenata. La portò dal suo amico veterinario e provò a curarla in casa dandole tutto l’amore e le medicine che le servivano. La gattina soffriva e l’umana la teneva stretta a se ascoltando Chopin. Sembra che queste note le dessero sollievo, che la rilassassero. Qualche mano vigliacca le aveva dato delle polpette con l’antigelo, un veleno che uccide lentamente e provoca atroci sofferenze. Amélie non muove più la coda, non strofina il suo bel pelo nero sulla gamba della sua disperata compagna di giochi che le rimase sempre accanto amandola e piangendo per la sua sofferenza. Come si può credere che una gattina possa dare fastidio a qualcuno, era libera di uscire e ritrovare la ciotola piena e una cuccia al caldo. Perchè l’uomo fa così schifo….vorrei con tutte le mie forze che quel maledetto essere provasse il dolore fisico della gatta in eterno e la disperazione che ha provocato. Amélie non soffre più si lascia dondolare ascoltando Chopin, la sua umana soffre ancora e non potrà mai dimenticare la sua amica.