Amo di Quinto il suo caos organizzato, ruggine e barche in ogni spazio, il mare lo vedi anche dalla strada, ti fermi e ti affacci sul blu con il vento che te lo soffia addosso lasciandoti le labbra salate. Anziani, giostre e passeggini, cani gabbiani e i suoi giardini, panchine all’ombra e cuori seduti.

Se questo muretto potesse parlare, quante promesse mai mantenute e quante frasi mal trattenute, direbbe di abbracci solo pensati oppure fatti in momenti sbagliati, labbra cercate a lungo sfiorate, lacrime appese o scese a cascate, guardando laggiù le luci del faro da queste tue mani io mi separo, il cielo si è fatto ora più scuro, blue jeans consumati sfregati sul muro come anime perse su questo muretto di amori passati qui a Castelletto.