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Catinblack

Urla dal cielo

Urla dal cielo

Notte di frastuoni e saette, sembrano urla a squarciare il silenzio, a coprire i miei pensieri. Chissà che si rimproverano lassù i fulmini, litigate e grandinate, segnali di luce e voci diverse e prepotenti, il pianto di un bambino a bagnar visi di lacrime chiare di lampi, mentre sente lentamente allontanare il mostro rumoroso, lamenti che si spengono e luci lontane, ecco tornar pensieri che alzano lenzuola e silenzi da asciugare.

Il Grillo Parlante

Il Grillo Parlante

Incuriosito da quell’imitazione di Gianfranco D’Angelo al “Drive In” conobbi “Gervasetto” nella sua vera veste, giornalista, scrittore e il mio primo amatissimo aforista. Stavo partendo per il servizio di leva ed acquistai ” Il Grillo Parlante” dove raccolse sue frasi celebri e molti aforismi che da allora uso nella mia vita. Fui colpito dalla sua ironia intelligente e dalle sue frasi divertenti che facevano riflettere, con i suoi fantastici papillon mi metteva allegria ad ogni intervista, sempre pronto a stupire, battuta pronta, non immaginavi mai quello che stava per dire e ciò lo rendeva assolutamente unico. Ogni sera sul mio letto a castello in caserma leggevo una delle sue frasi e così per tutto l’anno di naia. Di lui rimangono innumerevoli saggi, biografie, ritratti, romanzi e i suoi fantastici aforismi che porterò per sempre con me.

L’aldilà preferisco non immaginarlo. Per non guastarmi la sorpresa.

Roberto Gervaso ( 9 luglio 1937- 2 giugno 2020)

Nulla sarà come prima

Nulla sarà come primaQuante volte ci hanno schiaffeggiato con questa odiosa frase. Eh no cari politico virologi bacchettoni cerchiobottisti, sarà come prima, che già non era nemmeno il massimo. Siete pagati per risolvere il problema, alzate il culo e datevi da fare, basta supercazzole, lavarsi le mani e non uscire poteva dirlo mia nonna non voi.

La nostra esistenza non è fatta di sorrisi o tristezze coperte con elastici alle orecchie, di libertà essenziali violate da ordinanze, si indietreggia al nemico ma non puoi farlo con un amico. Non mi potrò rassegnare ad andare in spiaggia col numerino, a vivere in coda al supermercato o a cercare una raccomandazione per avere un ombrellone o una visita medica. Alla lunga le persone si ribelleranno, così non funziona, la gente non entra più nei negozi trasformati in campi profughi, non cena circondata da camerieri chirurghi e plastica, tutto ciò mette ansia non piacere. Ma lo fanno per la nostra salute… sì, come quelli che da mesi non possono accedere alle visite per altre patologie, come quelli delle RSA, come quelli che aspettano i tamponi, come quelli che aspettano le mascherine, come quelli che è solo un’influenza, come quelli che moriremo tutti.

So che è terribile la sofferenza fisica delle persone che hanno affrontato il virus, ma personalmente preferisco rischiare continuando a vivere da vivo piuttosto che proteggermi dalla malattia da morto. Nessuno sorride più, la depressione dilaga, inseguiti e perseguitati da norme, ingiustizie sociali, disagio e paura. Questa non è una vita accettabile, non si aspetterà nessun vaccino, come naufraghi nella tempesta non ci rassegneremo ad annegare senza aver provato a raggiungere la riva, non importa se non sappiamo nuotare, ci proveremo comunque e se non sarà come prima, più di prima, allora non mi interessa più muovere le braccia.