Ultimi Articoli
Aprile 2020
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
27282930  
About Me ⇩ ⇩ ⇩

Autore

Cookie Policy Privacy Policy

Archivi del mese: Aprile 2020

Il ladro di onde

Il ladro di ondeQuel minuscolo essere vivente ci ha cambiato la vita ma fa semplicemente come noi, cerca di vivere, nutrirsi e riprodursi, in lui non esiste malvagità, sono gli effetti della sua vita devastanti su di noi così come i nostri sul pianeta. Come un ladro mi fermo ad osservare il mare rubando onde; mi stanno inseguendo i vigili, spero di riuscire per qualche minuto, prima della cattura, a sentirne l’odore salato… meravigliato lo adoro come mai lo avessi visto, ingordo di ogni centimetro mangio gli spruzzi, divoro azzurro ascoltando le sue note. I flutti rimbalzano a tre colori, blu, bianco e grigio, sembrano piuttosto felici di rivedermi e non mancano di farmelo capire in mille modi, conoscono il rispetto che nutro nella loro casa. Un ultimo sguardo prima di fuggire, salutando gabbiani che sanno bene di essere genovesi e se ne vantano con tutti i foresti, arrivederci a presto amorosi marosi.

Il Caffè Sospeso

Caffè SospesoEra difficile riempire il vuoto lasciato dalla delusione degli amici d’ infanzia, quelli che dovevano essere per sempre e che invece hanno tradito. Io, un essere altamente asociale e selettivo che non aiuta di certo ma tu, in punta di piedi, con la tua elegante simpatia eri riuscito in pochi anni a colmarlo. Ci si vedeva sul posto di lavoro, ma il feeling era tanto, il piacere del caffè insieme, commentando la domenica calcistica, la tua Inter e la tua altra grande passione, la musica. Conoscevi tutto, autori, generi, testi delle canzoni… un vero esperto, un’enciclopedia musicale mobile. Spesso si scherzava sull’età che avanzava e che portavi benissimo, ancora giocavi a calcetto quando potevi. Il tuo grande amore per la famiglia, ti stimavo tantissimo anche per questo. Battute intelligenti, uno dei pochi a capire le mie, correttezza con tutti e sempre pronto a dare una mano, mai una volta che avessi fatto pesare la tua posizione dirigenziale. Spesso si parlava della morte, ne avevi paura, il cuore revisionato era una preoccupazione, ma sempre pronto a donarlo con un sorriso per tutti. Adoravi i tuoi animaletti e ricordo la tua passione per i balli epoca John Travolta, a quanto pare te la cavavi benissimo. Ricordo quando, tornato da Barcellona, sapendo del mio cuore rosso blù, mi portasti la stampa della scarpa di Koeman quella della punizione che annientò i miei odiati cugini e poi le fughe a San Siro in coppa, ogni volta che potevi.  Avevo la percezione che venissi ad offrire il caffè per il piacere della compagnia senza mai aver chiesto qualcosa in cambio, come fanno altri qui in dipartimento. Vederti arrivare, o anche un semplice saluto era allegria, sapevo di poter contare su di te e viceversa, passavi anche per staccare cinque minuti nella pausa pranzo, sapendo che ti avrei parlato di tutto ma non di lavoro. Pochi giorni fa per ben due volte ti eri preoccupato (uno dei pochissimi in ambito lavoro) per la situazione creata dal covid19, scrivendomi e augurandomi la Buona Pasqua, ti ho risposto con la speranza di trovarci presto a chiacchierare davanti a quel caffè. Questa mattina, da solo davanti a quel distributore ti ho lasciato un caffè sospeso, ogni volta che vorrai, scendi giù vestito di nero azzurro, lo troverai sempre caldo, lo berremo parlando del triplete, di Milito, Bennato e Vecchioni.

Arrivederci Roby, con amicizia ed affetto Guido.

“Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda.” (Ugo Foscolo)

Strade Vuote

Strade VuoteRicordi lontanissimi di una Corso Europa deserta. Il più lontano è quando con la nonna sul balcone si scommetteva sul colore della prima macchina che sarebbe passata, a volte si aspettava a lungo e tra una e l’altra, in silenzio, si poteva ascoltare il canto delle rondini che si inseguivano sopra di noi. Lei raccontava di come ci fosse un roseto prima della costruzione della “pedemontana” come la chiamavano allora, la linea 17 si chiamava “P” ed era un mezzo verde rumorosissimo seguito da una nuvola di fumo nero. Spesso immaginavo quella distesa di rose, ne potevo ancora vedere qualcuna nel giardino di fronte. Nel 1973 ci furono le domeniche dell’Austerity che, per la riduzione forzata dei consumi energetici, ci donò strade silenziose con pattinatori e improvvisati ciclisti in “Graziella”. Sono ricordi felici di un’età spensierata e piena di sogni, tutto diverso da stamattina, quando osservavo la stessa strada silenziosa, lo stesso canto degli uccelli ma ora no, è un suono innaturale con il sottofondo della paura. Le campane della Castagna suonano nel silenzio, il mare è lì al suo posto ma noi no, noi non siamo più parte della natura che ci circonda, solo osservatori tristi, consapevoli che per il resto del pianeta, siamo solo un danno. Presto torneranno SUV e moto, clacson e sgommate, chissà se mi sembrerà di ascoltare Chopin sentendo quei rumori ormai familiari da decenni, nell’attesa chiudo gli occhi e annuso rose.